Go: regole del gioco

Se pensate di non conoscere assolutamente nulla del gioco del go vi smentisco subito: il termine atari (nota marca di computer e videogiochi fondata negli anni 70), indica la minaccia di catturare delle pietre avversarie, in altre parole: ‘scacco!’.

Come nel gioco del tris (tic-tac-toe), ci sono pietre (pezzi) bianche e nere che una volta posate sul goban (scacchiera del go) non possono più essere mosse. Le pietre vengono posizionate nelle intersezioni tra le linee. A differenza dei giochi occidentali il nero muove per primo.

Occhi

Lo scopo del gioco è circondare spazi vuoti (occhi). Alla fine della partita si contano le intersezioni contenute negli occhi circondati dai due colori. Vince chi ottiene il punteggio più alto.

Libertà

Se una pietra non confina in orizzontale o verticale con altre pietre o con il bordo del goban ha quattro libertà, che si riducono quando queste intersezioni vengono occupate.

Gruppi

Se le pietre adiacenti sono dello stesso colore abbiamo un gruppo. Anche un gruppo ha un certo numero di libertà.

Cattura

Quando una pietra o un gruppo non hanno nessuna libertà vengono catturati e rimossi dal goban. Le pietre avversarie catturate a fine partita si sommano al punteggio.

Suicidio illegale

Non è possibile giocare una pietra in una posizione che provochi la sua cattura oppure quella del gruppo di cui fa parte. L’unica eccezione è una mossa che cattura un gruppo.

Gruppi vivi

Quando un gruppo possiede due occhi non può essere catturato, in quanto non è possibile giocare contemporaneamente nell’ultima intersezione libera di entrambe gli occhi (occupandone uno solo si commetterebbe suicidio).

Regola del ko

Per evitare la ripetizione di mosse, come può succedere negli scacchi, esiste la regola del ko. Non è possibile riportare il goban alla posizione che si era verificata alla mossa precedente.